sabato 25 maggio 2013

Recensione | Immortale - Traci Slatton

Ciao a tutti! Non so se ve l'ho già accennato, ma io ho un rapporto strano con i libri: a volte loro mi seguono, a volte io li seguo fino allo sfinimento. Tre anni fa, in una libreria locale, trovai un piccolo opuscoletto con un quadro di Caravaggio in copertina (io amo Caravaggio!) che presentava in anteprima un libro che sarebbe uscito di lì a qualche mese, Immortale di Traci Slatton.
Immortale
TRACY L. SLATTON 

 Marco Tropea ▲ Rilegato 510 p. ▲ 19.50 € 

TRAMA: « "Nel cuore pulsante della fiera repubblica fiorentina, un bambino abbandonato che si fa chiamare Luca Bastardo si distingue per la sua insolita, conturbante bellezza. È il 1330 quando Luca cade nelle grinfie di Bernardo Silvano e conosce gli orrori del bordello più depravato della Toscana. Ma è proprio qui, con il trascorrere degli anni, nel quotidiano contatto con la malvagità umana, che il giovane scopre di essere speciale: mentre tutti gli altri invecchiano e vanno incontro alla morte, a lui il tempo sembra concedere un'eterna giovinezza. Qual è l'origine della sua immortalità? Un disegno del demonio? Un dono della grazia divina? O forse un inconfessabile segreto che tocca l'essenza ultima della scienza e della fede? La risposta affonda le radici nell'oscuro passato di Luca e nella misteriosa identità dei suoi genitori. Trovarla significa intraprendere un lungo viaggio alla ricerca di sé che abbraccia i due secoli più fulgidi e intensi della storia fiorentina. Significa essere iniziati ai segreti dell'alchimia e alla saggezza di un'antica setta eretica. Significa affrontare il giogo della peste e scoprire il potere salvifico dell'arte. Significa intrecciare il proprio destino a quello dei grandi protagonisti del Rinascimento, da Giotto a Petrarca, da Leonardo a Lorenzo il Magnifico."»



Lessi il primo capitolo riportato nell'opuscoletto e aspettai con trepidazione la data in cui sarebbe uscito il libro per poterlo comprare.
Purtroppo, per qualche ragione (ora so che era la mia buona stella che tentava di proteggermi!) non riuscii a comprare il libro. Così, me lo sono trascinato nelle wishlist, cercandolo nelle librerie non appena avevo 20€ in più (il che non capita spesso), senza mai trovarlo. Non volevo ordinarlo, volevo trovarlo (sono una romanticona, credo nel destino).
Dopo un po' me ne sono quasi dimenticata. Qualche mese fa, poi, me lo sono ritrovata davanti su una bancarella. Senza pensarci due volte, l'ho comprato.
Ero così contenta! Non potete nemmeno immaginare. 
Poi ho capito perché la mia buona stella mi proteggeva da tale incauto acquisto.
Ma andiamo per gradi.
Le prime 100 pagine volano. Soprattutto, mi intrigava il connubio tra romanzo storico e l'elemento fantastico dell'immortalità di Luca. La Firenze del tempo è descritta nelle sue glorie e nelle sue infamie in modo evocativo e coerente, insomma, si capisce che la Slatton è preparata . I personaggi di sua invenzione, gli amici di strada di Luca, il perfido Bernardo Silvano, i ragazzi del bordello, sono ben strutturati, o almeno così sembra. I personaggi storici sono abbastanza credibili, almeno per quanto riguarda Giotto. Il mistero di Luca si infittisce pagina dopo pagina, quando inizia ad essere evidente che il ragazzino non cresce come gli altri. Berdardo Silvano si dice in possesso di una lettera che farebbe luce sul passato del ragazzo e che sarebbe anche sufficiente per mandarlo al rogo per eresia (noi conosciamo sin da subito il contenuto della lettera: è incriminante, sì, ma non è che sia tanto illuminante). Inoltre, la sua sfortunata storia e la passione per l'arte, rendono Luca un personaggio che crea una certa empatia.
Insomma, è così che questo libro ti attira in trappola: la curiosità per il mistero dell'immortalità di Luca e una bella ambientazione. In più, a Luca viene indotta, attraverso la pietra filosofale, una visione che, a parte mostrargli l'Apollo 11 (???), gli propone una scelta: una vita lunga, ma senza amore, o una vita breve, al fianco della sua anima gemella. 
Luca sceglie l'amore (tanti cuoricini per te). La pietra gli mostra la donna della sua vita, ma di lei Luca percepirà solo un profumo di lillà e limoni.



Da questo momento in poi, il libro precipita verso un'accozzaglia di discussioni pseudo-filosofiche di cui si perde facilmente il filo, di incontri puramente casuali con tutti i pezzi grossi della storia fiorentina (...Luca ha una calamita per i VIP rinascimentali) dei secoli tra il 1300 e 1500 (per uno che ha scelto una vita breve , campa TANTISSIMO) e di scontri con i membri della famiglia Silvano, tutti acerrimi nemici di Luca. Questi ultimi sono i personaggi più piatti e grotteschi di tutti. Sembrano fatti con uno stampino: si tramandano un naso affilato e un mento appuntito di padre in figlio, come due cimeli di famiglia; sono tutti brutti, con questo profilo da befana, ma continuano a fare un solo figlio maschio ciascuno per i secoli dei secoli amen. Insomma, una noia senza fine.

Intanto Luca cresce. Diventa un uomo straordinariamente bello e con questo colore di capelli così particolare che sembrano averlo solo lui, una donna che potrebbe essere sua madre ed Edward Cullen. Della donna della sua vita nessuna traccia, ma intanto si dà alla pazza gioia con tutte le fiorentine (tutte bellissime, naturalmente) che incontra.



In definitiva il libro sarebbe potuto essere di almeno 300 pagine più breve. Tutto ciò che ci interessa sapere (se Luca troverà l'amore della sua vita, perché è immortale, se riuscirà a liberarsi dei nasi affilati e dei menti appuntiti dei Silvano) è scritto nelle ultime 100 pagine. In mezzo c'è la NOIA.

Ho avuto l'impressione che l'autrice abbia curato molto la parte iniziale, per poi lasciarsi andare a briglia sciolta, senza pensare troppo a mantenere una vera e propria trama e a tenere coerenza nei personaggi, fino alla fine.
Anche lo stile peggiora nel corso dell'opera. Le descrizioni diventano sempre più lunghe, inutili e macchinose, fino a trasformarsi in veri e propri elenchi interminabili.



Il finale non rende giustizia al personaggio che era Luca all'inizio, ma di sicuro è quello che il Luca adulto si merita.

Avrei molto altro da dire, ma eviterò, altrimenti divento noiosa anche io.






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