lunedì 6 maggio 2013

Recensione | Novecento. Un monologo - Alessandro Baricco

« Il mondo, magari non lo aveva visto mai.Ma erano ventisette anni che il mondo passava su quella nave: ed erano ventisette anni che lui, su quella nave, lo spiava. E gli rubava l'anima  »

Ci sono libri interminabili, che si snodano in centinaia di pagine e che, malgrado l'abbondanza di elementi e situazioni fuori dal comune, non riescono a prenderti.
Poi ci sono libriccini minuscoli, dalla copertina quasi insignificante, che ti conquistano completamente, al punto da fartene desiderare ancora e ancora.
Questo è il caso di Novecento di Alessandro Baricco.

Novecento
ALESSANDRO BARICCO 



 Feltrinelli ▲ Brossura 62 pagine ▲ 6,50 € 

TRAMA: Il Virginian era un piroscafo. Negli anni tra le due guerre faceva la spola tra Europa e America, con il suo carico di miliardari, di emigranti e di gente qualsiasi. Dicono che sul Virginian si esibisse ogni sera un pianista straordinario, dalla tecnica strabiliante, capace di suonare una musica mai sentita prima, meravigliosa. Dicono che la sua storia fosse pazzesca, che fosse nato su quella nave e che da lì non fosse mai sceso. Dicono che nessuno sapesse il perché. Questo racconto, nato come monologo teatrale, è uscito per la prima volta nel 1994. Nel 1998 Giuseppe Tornatore ne ha tratto il film "La leggenda del pianista sull'oceano".



Mi ci ero imbattuta spessissimo durante i miei peregrinaggi in libreria e, nonostante avessi sempre soppesato l'idea di leggerlo, continuavo ad evitare di comprarlo.
Ieri, però, una mia cugina ha lasciato il suo kindle incustodito; ho iniziato a frugarci dentro e, tra la serie di romanzetti altamente discutibili, ci ho scovato Novecento. L'ho visto come un segno del destino: ho iniziato a leggerlo.

Novecento è un breve monologo che racconta la storia di Danny Boodmann T.D. Lemon Novecento, nato su una nave in cui ha consumato la sua intera esistenza. Con la sua attitudine alla musica e la sua capacità di far risuonare, grazie al suo pianoforte, note mai sentite prima, Novecento guadagna una grandissima notorietà, pur non avendo mai messo piede sulla terra ferma.
Il suo personaggio è avvolto dal mistero: non si sa nulla del suo passato, se non la spiegazione di questo nome che si porta dietro, e le sue decisioni future sono attorniate da un alone filosofico che le renderà chiare solo alla fine.
Questo è un libro che non ti lascia via d'uscita: tu sei su quella nave, tu senti le onde gorgogliare sotto di te, tu ti incanti ad ascoltare la musica suonata in terza classe, tu hai gli occhi pieni di quell'America che si staglia contro l'orizzonte, tu non vorresti più scendere.

Belli i personaggi, dannatamente reali pur sembrando così lontani da noi, meravigliosa l'idea di rendere il tutto un monologo teatrale, incredibile il finale: un grandissimo uomo, dalle immense possibilità, che si arrende esorcizzando quell'infinito che capisce di non poter contenere.
Un libro che cambia il tuo modo di vedere le cose e di rapportarti alla vita.
L'ho amato, l'ho amato con tutta me stessa e potete immaginare con quanta gioia, stamattina, ho accolto un regalo inaspettato: la mia piccola copia cartacea mi aspettava in una busta sgualcita :P

Straconsigliato.
Fatelo per voi stessi: inspirate una boccata di libertà e concedetevi un paio d'ore di pura poesia.

« Sapeva ascoltare, e sapeva leggere.
Non i libri, quelli son buoni tutti, sapeva leggere la gente.
I segni che la gente si porta addosso »

3 commenti:

  1. Io amo questo libro. Breve, ma dice tutto quel che serve.


    http://fuggire-in-messico.blogspot.it/

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    1. Verissimo! Non sempre servono sproloqui immensi per dire qualcosa di sensato.
      Grazie per essere passata! :)

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  2. ADORO Novecento, Baricco ha superato se stesso in questo monologo!^^

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