venerdì 9 agosto 2013

Recensione | Teresa e la luna - Carla Marcone

Buongiorno a tutti!
Com'è il tempo da voi? Non vorrei dirlo, ma sembra (e ripeto, SEMBRA) che qui l'aria si stia vagamente rinfrescando. Speriamo.
Ad ogni modo, caldo o non caldo, arriviamo subito al punto senza troppi giri di parole!
Ho buttato giù questa recensione di getto, subito dopo aver chiuso il libro di cui voglio parlarvi: mentre scrivevo, vedevo ancora davanti agli occhi le immagini che le parole dell'autrice sono state capaci di dipingere nella mia mente.
Perciò, perdonate eventuali picchi di entusiasmo e date il benvenuto a Teresa e la luna di Carla Marcone.

Teresa e la luna
CARLA MARCONE

 

 Scrittura&Scritture ▲ Brossura ▲ 11,50 € 

TRAMA: « Teresa che corre nei vicoli lerci di Napoli, che bussa alle porte dei bassi, che interroga la gente, il popolo, per capire, per aiutare. Teresa che lotta affinché gli scugnizzi siano "ferite purulente che bisogna cominciare a disinfettare", affinché le orfane non siano più spose raccattate, né puttane, né suore senza vocazione, ma semplicemente donne. Teresa che nel suo dolore di madre non più madre e impegnando parte della sua dote, trova la forza di costruire a Napoli il primo ospedale pediatrico per malattie infettive. Sullo sfondo, una Napoli alle porte e all'indomani dell'unità d'Italia, una città dove gli orfani venivano lasciati al proprio destino, la Napoli lazzara di Michele 'o Belzebù, la città dell'azzurro più azzurro del mondo come gli occhi di Raffaele e quella della nera superstizione della schiena ingobbita del buon Alfonso, la Napoli che come Maddalena sotterra la propria dignità in mezzo all'indifferenza della gente. Teresa Filangieri, un donna dal coraggio e dall'intraprendenza senza pari, con la fierezza militare del padre, il generale Carlo Filangieri, e il rigore del nonno Gaetano ascritti nell'animo, in una Napoli che avrebbe bisogno che qualcuno la imiti  »


Il romanzo di Carla Marcone ci presenta la figura di Teresa Filangieri Fieschi Ravaschieri
Nipote del celebre Gaetano Filangieri e moglie del Duca Ravaschieri, nonostante abbia quindi una certa rilevanza sociale, viene ricordata per ciò che ha compiuto per mano propria, piuttosto che per una semplice fama ereditaria. 
Il racconto, ad ogni modo, si apre nel punto focale dell'intera vicenda: la morte di Lina, figlia dodicenne di Teresa, a causa di una malattia. Per un paio di capitoli, l'autrice ci regala una panoramica veloce ma accurata dei sentimenti di quelli che poi diventeranno i personaggi principali della storia, facendoci sbirciare nel loro lutto, per poi interrompersi bruscamente e fare un grosso passo indietro. La narrazione ricomincia dal principio e facciamo la conoscenza di Teresa da ragazza, cresciuta a suon di regole rigide e disciplina quasi militare, ma con un temperamento irruento ed un cuore "troppo maschile". Addentrandoci nei vari capitoli la vediamo crescere, costruire pian piano solide amicizie, correre per i vicoli di Napoli per aiutare la povera gente, vivere l'impotenza e la rabbia data dal doversi accontentare di un matrimonio preconfezionato, di dover condividere la vita con qualcuno non scelto da lei e la scopriamo sorpresa nel constatare che, in fondo, quel qualcuno non è poi così difficile da amare. Viviamo in prima persona la nascita di Lina, frutto di una maternità tanto desiderata, per poi sopportare a stento l'incolmabile vuoto dato dalla sua morte. 
Lì, nel momento in cui sembra che stia per arenarsi in una melma di disperazione, ecco che Teresa si rialza, trova il modo di convivere con questo immenso dolore dando uno scopo alla sua vita, si prefigge obiettivi elevati e lotta con le unghie e con i denti per raggiungerli, facendoci capire che, se ci si crede, la luna non è che a portata di mano.

 
Questo libro è stata una vera e propria sorpresa.
Dalle prime pagine avevo intuito che mi sarebbe piaciuto, grazie soprattutto al magnifico modo di scrivere dell'autrice, ma non avrei mai immaginato che mi sarebbe entrato dentro in questo modo.

Carla Marcone non lascia neanche un attimo di tregua: afferra il lettore senza troppi complimenti e lo trascina in una meravigliosa Napoli ottocentesca, con i suoi rumori, i suoi profumi, la sua gente.
Non si fa mancare proprio nulla, comprese le innumerevoli espressioni dialettali e i termini gergali che contraddistinguono la città partenopea  La descrive esattamente per quello che è: un luogo trasformista, che può essere tutto e niente, bello e brutto, sole e tempesta.

« Il cuore pulsante di questa città, della mia Napoli, lazzara e nobildonna, lurida e immacolata, fetida e profumata, corrotta e dignitosa, buia e luminosa, incivile ed educata, intelligente e stolta, avvelenata e incontaminata, dove ogni cosa è preziosa o non vale nulla, non si fermerà finché ci sarà qualcuno che l'amerà! »

Lo stile dell'autrice alterna momenti di semplicità massima a passaggi elaborati e ricchi di similitudini. La sua prosa abbonda di descrizioni precise e dettagliate, pur mantenendo inalterato quel pizzico di poesia che rende le sue parole così magiche.
I personaggi principali hanno una buona introspezione psicologica e non sono per nulla stereotipati, anzi!, vanno a sfaldare tutti i cliché universalmente attribuiti alle varie figure che andavano a costituire il panorama sociale di fine ottocento.
La storia prosegue su due linee, quella storicamente accertata e quella inventata dall'autrice, che però riescono ad intrecciarsi con coerenza e consapevolezza, dando al romanzo un alone di autenticità. 
Dal canto mio, credo che difficilmente dimenticherò Teresa, la sua forza d'animo, il suo coraggio, il suo essere una donna indipendente in un mondo maschio, che ancora non era pronto a comprendere le innumerevoli sfaccettature della sua anima e quello spirito vivo che nessun "Zitta, sei una donna!" ha  potuto sedare.
Insomma, Teresa e la luna è decisamente un libro che andrebbe letto.
Si legge tutto d'un fiato, è ricco di emozioni e ha una marcia in più, visto che le sue pagine rendono Napoli un'eccellente co-protagonista. Per questo, potrebbe essere utilissimo a due tipologie di persone: chi già ama e conosce Napoli, per ritrovare il calore e la familiarità della città e, invece, chi è ancora restio o non ne sa molto, per capire che questo posto è molto più di un covo di criminali e di suonatori di mandolino.

Allora? Che ne dite? Sono riuscita ad incuriosirvi almeno un po'? :)


4 commenti:

  1. Certo che ci sei riuscita! Non è proprio il mio genere ma sicuramente ci farò un pensierino!!

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    1. Mi fa davvero piacere! **
      In effetti non era neanche troppo il mio genere, ma sono stata costretta a ricredermi :3

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  2. Mi hai incuriosito tantissimo, mi sono già innamorata di questo romanzo *-* lo metto immediatamente in wishlist!
    Recensione davvero molto bella ^-^

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    1. Aaaw, che bello! Spero davvero ti piaccia :) fammi sapere quando lo leggerai!

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